Se ti sei trovato, anche solo di passaggio, nella terra del sole e del mare sicuramente avrai assaggiato la sfogliatella napoletana. Sai quando e dove nasce?

Chiunque si sia trovato, anche solo di passaggio, nella terra del mare luccicante e della gente solare, non ha potuto fare a meno di assaggiare il pezzo forte della pasticceria locale: sua maestà la sfogliatella.

Un dolce amato da grandi e piccini che da anni è simbolo della città ma conosci la sua storia?

Le origini

Ci troviamo nel 1600, nel cuore della Costiera Amalfitana, fra Furore e Conca dei Marini, nel convento di Santa Rosa. Le monache di clausura che lo abitavano, per tenersi impegnate ed evitare contatti con l’esterno, riempivano la loro giornata con attività quasi sempre culinarie: coltivavano la terra, cucinavano il pane, davano vita a ricette e nuove pietanze che, però, tendevano sempre ad essere simili tra loro.

Si narra però che un giorno, una delle monache, Clotilde, si accorse di alcuni avanzi di semola bagnata nel latte. Ovviamente non era assolutamente un’opzione sprecarla quindi, seguì l’intuito e provò a miscelarla con ricotta, frutta secca e limoncello. A quel punto la utilizzò come ripieno di un impasto, allungato con vino bianco e strutto, e chiuse le sfoglie in una forma che ricordasse un cappuccio di monaco così nacque la Santarosa.

Il dolce ottenne subito consensi all’interno del monastero, a tal punto che decisero di offrirlo al popolo in cambio di qualche moneta, motivo per il quale si scelse di dargli il nome del monastero dove era stato creato.

Quando arriva a Napoli?

La sfogliatella, o meglio la Santarosa, quindi prende forma in in Costiera Amalfitana ma quando arriva a Napoli?

Per giungere ai piedi del Vesuvio, ci vorranno ben 200 anni. Pasquale Pintauro creò una nuova versione modificando la Santarosa. Eliminò la crema e le amarene dal ripieno, assottigliò la sfoglia privandola del richiamo al cappello monacale e diede vita alla sfogliatella.

A quel punto trasformò la sua piccola osteria di via Toledo in un rinomato laboratorio, che ancora oggi tramanda la storica sfogliatella di generazione in generazione. Oggi la bottega di Pintauro è sempre lì, nella nuova gestione ma con la sua insegna storica e il profumo di sfogliatella appena sfornata che si sparge per via Toledo. Disponibile sia nella variante riccia che in quella frolla, pronta a regalare emozioni ai turisti che la assaggiano per la prima volta e agli stessi napoletani, innamorati dal profumo e dai sapori di quel pezzo di tradizione.

Le varianti

Nella tradizione della pasticceria napoletana, dunque, di sfogliatella originale ci sono ben due versioni: la classica riccia, con una sfoglia sottile e la frolla, che per l'appunto nasce con pasta frolla. Alle due versioni si affianca la Santarosa, con crema e amarene sciroppate, più frequente nel salernitano dove prende origine.

Allontanandoci dalle versioni tradizionali, nasce poi la coda d’aragosta, dalla forma più allungata con un ripieno variegato (solitamente panna, cioccolato, crema alle nocciole o crema pasticcera) o versioni più originali e addirittura salate, con salame, ricotta friarielli e altri svariati ripieni.

Insomma ce n’è per tutti i gusti, ora non devi fare altro che assaggiarle tutte e partire alla ricerca della tua preferita!